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Parliamo del brillantino sul
dente.
La persona lo vuole mettere per rendere il sorriso ancora più speciale,
prezioso ed attraente. L’essere umano ama da sempre vestirsi, truccarsi, alterare il proprio
aspetto estetico. Nessuna parte del corpo è mai stata esente da personali
modificazioni dettate dal gusto.
Da qualche decennio a questa parte, sulla spinta
dell’imitazione di personaggi famosi, ha preso piede il piercing al dente, che
consiste nell’applicazione sulla superficie dentale di pietre o metalli preziosi.
La scelta più frequente è quella del brillantino, falso o vero che sia.
Esistono tre tipi di piercing dentale, a seconda
del materiale applicativo utilizzato e, di conseguenza, della durata
dell’applicazione:
Il temporaneo: è un banale trattamento estetico
praticabile anche a casa, grazie all’acquisto di un apposito ‘kit’. La pietra
viene attaccata con una colla semplice che permette una tenuta di poche
settimane.
Il semipermanente: un trattamento nel quale si
utilizzano cementi odontoiatrici che garantiscono una durata di qualche mese.
Il permanente: l’applicazione sul dente è una
manovra che non deve assolutamente danneggiare lo smalto, quindi occorre attenzione
nel farlo applicare da persone non professionalmente preparate. Difatti una
così insignificante manovra se non eseguita da un professionista può rovinare
irreversibilmente lo smalto.
Alla fine tutto si può fare per
modificare il proprio aspetto e sentirsi più belli. Applicare un brillantino
sul dente è piuttosto semplice e spesso è possibile farlo a costo contenuti ed
abbordabili per tutte le tasche e con risultati impeccabili e soddisfacenti. Solo
che con certe applicazioni non si può scherzare: diventa un pensiero da
rivolgere e spiegare al dentista.