martedì 25 ottobre 2016

Cinque motivi per sorridere


1) Il sorriso è un ottimo antirughe
I muscoli che utilizziamo per sorridere tirano la pelle del viso e ti fanno sembrare più giovane.



2) Sorridere vi rende attraenti
Il sorriso è un fattore di attrazione, infatti le persone sorridenti sono coloro che desideriamo conoscere di più.


3) Sorridere risolve l’imbarazzo
Sorridere permette di risolvere situazioni di disagio, ad esempio quando ci troviamo in mezzo a persone che non conosciamo.


4) Chi sorride ha una vita più lunga
Ciò è dimostrato da una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science: i giocatori di baseball che sorridevano di più nelle foto di gruppo hanno avuto una vita più lunga di quelli che sorridevano meno.


5) Sorridere vi fa cambiare prospettiva
Sorridere aiuta a non farsi sopraffare dalle difficoltà, permette di cambiare il punto di vista di una questione e di analizzarla meglio.


sabato 22 ottobre 2016

Come prevenire una carie?

Sono fortunatamente molte le cose che si possono fare per prevenire la formazione della carie. L’igiene orale quotidiana consigliata dal dentista è semplice.
Bisogna spazzolare i denti due volte al giorno.
Occorre un dentifricio o un collutorio al fluoro, un agente che rafforza i denti e aiuta a prevenire la carie.
Si devono pulire gli spazi interdentali con un filo interdentale per rimuovere la placca nelle zone in cui lo spazzolino non è in grado di arrivare.
Bisognerebbe seguire una dieta sana ed evitare i cibi e le bevande zuccherate.
Programmare delle visite periodiche dal dentista, a intervalli di circa sei mesi, per la pulizia e i controlli periodici.

Infine ricordare di cambiare lo spazzolino quando appare consumato, oppure ogni tre mesi, perché le setole nuove dello spazzolino rimuovono più placca.

giovedì 20 ottobre 2016

Lo smalto

Nei denti la parte a vista è rivestita da una sostanza bianca, particolarmente  dura, lucida chiamata “smalto”. Come altri simili biomateriali, come ad esempio le ossa o le perle, è composto prevalentemente da sali inorganici di calcio e in minima parte da proteine legate ai cristalli, residuo dei processi organici che portano alla formazione, deposizione e organizzazione dei cristalli inorganici. Nel caso dello smalto dei denti dei mammiferi si tratta di cristalli di idrossiapatite Ca10(PO4)6(OH)2 , quindi un fosfato, con una piccola componente proteica (1-2%) composta per lo più da amelogenina e enamelina. Ed è presente, legata nei cristalli , anche acqua (1-3%). La componente minerale, ha la caratteristica di essere sensibile agli scambi ionici, quindi si possono trovare legati, assieme o al posto del calcio, ioni Na, Mg, K ma anche in minime quantità Mn, Fe, Ni, Co, Zn, Cu, Pb, Sr.

La sensibilità allo scambio ionico è in qualche modo il fattore che comporta l’indebolimento dello smalto in presenza di acidi. La micro-architettura della smalto dentale con la sua matrice lamellare, con i suoi pori e cavità comporta una piccola permeabilità ai fluidi che si traduce nel accentuarsi del fenomeno dei denti sensibili ma anche nell’indebolimento non solo superficiale dello smalto in presenza di acidi. Soprattutto è grazie alla presenza della saliva si crea un equilibrio demineralizzazione/remineralizzazione della struttura cristallina che in qualche maniera riduce la “corrosione” dello smalto nel tempo.

mercoledì 19 ottobre 2016

Quattordici mila anni fa si curava la carie

Nell'Età della Pietra carie e ascessi erano problemi piuttosto diffusi tra i nostri antenati, che dovevano probabilmente fare i conti con un'alimentazione ricca di piante zuccherine.
 Il fatto è risaputo da tempo, così come è noto, ad esempio, che durante il Neolitico venivano già praticate otturazioni mediante l'impiego della cera d'api.

Ora una ricerca italiana sposta indietro le lancette del primo trattamento dentistico di alcune migliaia di anni: le analisi condotte sul molare di un uomo vissuto 14mila anni fa hanno messo in evidenza i segni di un rudimentale intervento odontoiatrico finalizzato alla cura di una carie. Che in mancanza di trapano, fu asportata ad un uomo con una sottile punta di pietra.

venerdì 14 ottobre 2016

Denti, come lavarli correttamente?


Prima di tutto è necessario spazzolarli dopo tutti i pasti principali: la mattina, dopo pranzo e prima di andare a letto. Se si mangiano dolci o caramelle, bene spazzolarli ulteriormente. In caso di frutta, che contiene acidi che possono intaccare il ph dei denti e favorire la carie, basta bere un bicchiere d’acqua per sciacquare la bocca. Riguardo allo spazzolino molti dentisti consigliano quello elettrico perché, pare, riduca con maggiore efficacia la placca. In realtà, l’ideale sarebbe utilizzare uno spazzolino normale a setole medie durante il giorno e fare pulizia serale con quello elettrico, stando attenti a non intaccare e aggredire le gengive che rischiano di ritirarsi, dando ai nostri denti la forma di ghigno.

Come spazzolare i denti? L’ideale è dall’alto in basso, in senso rotatorio e soprattutto agendo dente per dente, senza calcare troppo la mano e per almeno 2-3 minuti. Non occorre una gran quantità di dentifricio, l’importante è spazzolare a lungo e nel verso giusto. Fatto questo, è importante passare il filo interdentale la sera (e quando ce n’è bisogno) per eliminare eventuali residui tra i denti. Anche se non ce ne accorgiamo, i residui di cibo restano e imputridiscono, provocando alito cattivo, carie e infiammazioni alle gengive.