giovedì 20 ottobre 2016

Lo smalto

Nei denti la parte a vista è rivestita da una sostanza bianca, particolarmente  dura, lucida chiamata “smalto”. Come altri simili biomateriali, come ad esempio le ossa o le perle, è composto prevalentemente da sali inorganici di calcio e in minima parte da proteine legate ai cristalli, residuo dei processi organici che portano alla formazione, deposizione e organizzazione dei cristalli inorganici. Nel caso dello smalto dei denti dei mammiferi si tratta di cristalli di idrossiapatite Ca10(PO4)6(OH)2 , quindi un fosfato, con una piccola componente proteica (1-2%) composta per lo più da amelogenina e enamelina. Ed è presente, legata nei cristalli , anche acqua (1-3%). La componente minerale, ha la caratteristica di essere sensibile agli scambi ionici, quindi si possono trovare legati, assieme o al posto del calcio, ioni Na, Mg, K ma anche in minime quantità Mn, Fe, Ni, Co, Zn, Cu, Pb, Sr.

La sensibilità allo scambio ionico è in qualche modo il fattore che comporta l’indebolimento dello smalto in presenza di acidi. La micro-architettura della smalto dentale con la sua matrice lamellare, con i suoi pori e cavità comporta una piccola permeabilità ai fluidi che si traduce nel accentuarsi del fenomeno dei denti sensibili ma anche nell’indebolimento non solo superficiale dello smalto in presenza di acidi. Soprattutto è grazie alla presenza della saliva si crea un equilibrio demineralizzazione/remineralizzazione della struttura cristallina che in qualche maniera riduce la “corrosione” dello smalto nel tempo.

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