Nei denti la parte a vista è
rivestita da una sostanza bianca, particolarmente dura, lucida chiamata “smalto”. Come altri simili
biomateriali, come ad esempio le ossa o le perle, è composto prevalentemente da
sali inorganici di calcio e in minima parte da proteine legate ai cristalli,
residuo dei processi organici che portano alla formazione, deposizione e
organizzazione dei cristalli inorganici. Nel caso dello smalto dei denti dei
mammiferi si tratta di cristalli di idrossiapatite Ca10(PO4)6(OH)2
, quindi un fosfato, con una piccola componente proteica (1-2%) composta per lo
più da amelogenina e enamelina. Ed è presente, legata nei cristalli , anche acqua
(1-3%). La componente minerale, ha la caratteristica di essere sensibile agli
scambi ionici, quindi si possono trovare legati, assieme o al posto del calcio,
ioni Na, Mg, K ma anche in minime quantità Mn, Fe, Ni, Co, Zn, Cu, Pb, Sr.
La sensibilità allo scambio
ionico è in qualche modo il fattore che comporta l’indebolimento dello smalto
in presenza di acidi. La micro-architettura della smalto dentale con la sua matrice lamellare,
con i suoi pori e cavità comporta una piccola permeabilità ai fluidi che si
traduce nel accentuarsi del fenomeno dei denti sensibili ma anche
nell’indebolimento non solo superficiale dello smalto in presenza di acidi. Soprattutto
è grazie alla presenza della saliva si crea un equilibrio demineralizzazione/remineralizzazione
della struttura cristallina che in qualche maniera riduce la “corrosione” dello
smalto nel tempo.
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