martedì 12 luglio 2016

Sorriso… d’argento

Sono passati poco più di 7 anni dall’uscita della serie televisiva ”Sorriso d’argento”. Una serie che narrava di un’adolescente che si vergognava di portare l’apparecchio e poi lo scopre dotato di poteri magici, con i quali addirittura aiutare i compagni in difficoltà. Con queste premesse, ”Sorriso d’argento” rappresentava per la Disney l’occasione per rinnovare il modello della favola etica.
Sharon, ribattezzata ”Sorriso d’argento” dalla perfidia dei propri compagni di scuola, era una ragazzina come molte di quelle che affollano l’uscita della scuola: jeans e scarpe da ginnastica, zainetto e sghignazzate e tutto quello che serviva a farne un modello sul quale identificarsi.  
La serie ideata da Melissa Clark e prodotta da Alicia Silverstone (anche voce di Sharon in lingua originale), aveva fortemente attinto ai cliché delle soap per teen-ager, condite di invidie feroci tra amiche-rivali e diatribe insanabili tra belli e brutti, sicuri e insicuri, con addirittura tanto di ragazzina acida che disprezzava l’amichetta cinese per i suoi occhi a mandorla.  




I protagonisti di ”Sorriso d’Argento” piangevano lacrime che sembravano vere, arrossivano come i loro coetanei in carne ed ossa, e vestivano troppo alla moda come tutti gli adolescenti, equipaggiati già sette anni fa di ogni sorta di cellulare e videogioco. Il ”Sorriso d’argento” vive anche oggi e vivrà sempre per coloro che dovranno mettere l’apparecchio.



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